Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

Autore: Dina Pagina 11 di 35

Direttore senior IT noto per migliorare le prestazioni, contrastare sfide complesse e guidare il successo e la crescita aziendale attraverso leadership tecnologica, implementazione digitale, soluzioni innovative ed eccellenza operativa.

Con oltre 20 anni di esperienza nella Ricerca & Sviluppo e nella gestione di progetti di crescita, vanto una solida storia di successo nella progettazione ed esecuzione di strategie di trasformazione basate su dati e piani di cambiamento culturale.

Elon Musk e X: il caos calcolato: quando il disastro diventa profitto

Elon Musk è tornato a Washington e, come sempre, sta mettendo il governo sottosopra. Ma mentre i politici cercano di capire cosa fare con lui, Musk fa quello che gli riesce meglio: distruggere tutto per poi riassemblarlo a modo suo. La sua gestione di Twitter ora X è stata un perfetto esempio di questo approccio: ha licenziato metà dell’azienda, tagliato costi come un chirurgo impazzito e trasformato la piattaforma in una sorta di esperimento sociale ad alto rischio. Il risultato? A sorpresa, finanziariamente funziona.

Secondo il Wall Street Journal, i numeri di X nel 2024 sono molto più solidi di quanto chiunque si aspettasse. L’azienda ha generato un Ebitda di 1,25 miliardi di dollari su un fatturato di 2,7 miliardi, con un margine del 46%. Un bel salto rispetto al Twitter pre-Musk, che nel 2021 aveva un margine del 30% su ricavi molto più alti, 5 miliardi di dollari. Il che significa che, tagliando teste e spese senza pietà, Musk ha reso X una macchina più efficiente. Certo, l’efficienza è relativa: la piattaforma è un caos, gli inserzionisti sono fuggiti in massa e il brand è diventato una sorta di zona franca per libertà di espressione spinta all’estremo.

DeepSeek può mettere in crisi il modello di business di Scale AI?

Scale AI è un’azienda leader nella fornitura di dati annotati per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale. La sua piattaforma gestisce e automatizza il processo di etichettatura dei dati, combinando annotatori umani e modelli AI per garantire dataset di alta qualità. I suoi servizi sono utilizzati da aziende tecnologiche, istituzioni governative e startup che sviluppano AI in settori come la guida autonoma, la difesa, la visione artificiale e la generazione di linguaggio naturale.

Alexandr Wang, la cui azienda Scale AI fornisce dati di addestramento a importanti attori dell’intelligenza artificiale, tra cui OpenAI, Google e Meta, ha dichiarato giovedì che la corsa all’IA tra Stati Uniti e Cina è una “guerra dell’IA”.

“Quello che abbiamo scoperto è che DeepSeek … è il modello con le migliori prestazioni, o approssimativamente al pari dei migliori modelli americani,” ha detto Wang.

QE Prize a Yann LeCun: Perché i Robot Domestici e le Auto Autonome Sono Ancora un Sogno

Yann LeCun, il guru dell’intelligenza artificiale e capo scienziato AI di Meta, ha lanciato una previsione tanto eccitante quanto inquietante: un’altra rivoluzione dell’IA è dietro l’angolo, probabilmente entro il 2030. Ma prima di sognare un maggiordomo robot che ti serve il caffè al mattino o un’auto che ti porta al lavoro senza il minimo intervento umano, c’è una piccola questione da risolvere: l’intelligenza artificiale di oggi è brillante nel manipolare il linguaggio, ma è praticamente cieca e sorda quando si tratta del mondo fisico.

Diciamolo chiaro: questi sistemi generano frasi affascinanti, sfornano poesie e analisi finanziarie, ma se gli metti davanti una tazza e un cucchiaino, non sanno nemmeno chi dei due va dentro l’altro. Ed è esattamente il punto di LeCun. Finché l’IA non svilupperà una vera comprensione della realtà fisica, possiamo scordarci robot domestici degni di Star Wars e auto che non necessitano di piloti umani.

Elon Musk e il Colpo di Stato Amministrativo: Il Sogno Tecnocratico Diventa un Incubo

Elon Musk non è il presidente degli Stati Uniti, ma agisce come se lo fosse e cosa ancora più preoccupante, lo fa senza essere stato eletto, senza il consenso del Congresso e senza alcun mandato democratico. Invece, questo miliardario nato all’estero sta silenziosamente prendendo il controllo di settori chiave del governo federale, manipolando i flussi di informazioni, i sistemi di pagamento e persino la gestione del personale. È un colpo di stato amministrativo in piena regola, orchestrato con il cinismo di un magnate che si è convinto di poter riscrivere le regole a suo piacimento.

La sua piattaforma è un’improbabile entità governativa chiamata “Department of Government Efficiency” (DOGE), un nome che, nella sua infantilità, sembra quasi uno scherzo. Ma lo scherzo, a quanto pare, è sulle istituzioni americane.

In soli quattordici giorni, Musk ha invaso edifici governativi, annullato contratti di locazione e introdotto il suo personale—spesso giovanissimo e privo di esperienza nei centri nevralgici dell’amministrazione pubblica.

Ha portato con sé ingegneri di Tesla e della Boring Company per effettuare licenziamenti di massa all‘Office of Personnel Management (OPM), affidando il destino di migliaia di dipendenti federali a individui che fino a poco fa erano impegnati a costruire tunnel sotto Los Angeles. (Type the word “Resign” into the “Subject” line of the email. Hit “Send”. Deferred Resignation Email to Federal Employees)

Secondo Wired, uno dei suoi consiglieri ha appena 21 anni, mentre un altro si è diplomato lo scorso anno.

OpenAI e Reddit: Quando l’IA Prova a Convincere i Redditori a Cambiare Idea

Ecco una mossa che non poteva mancare: OpenAI ha deciso di testare la sua IA nel campo di battaglia per eccellenza delle opinioni online: il subreddit r/ChangeMyView, dove i post infuocati sono all’ordine del giorno e i pareri non si cambiano facilmente. E che modo migliore per mettere alla prova i modelli di ragionamento della sua intelligenza artificiale se non convincere degli utenti ostinati a rivedere le loro convinzioni?

Nel tentativo di testare la capacità persuasiva dei suoi modelli, OpenAI ha fatto leva sulle conversazioni di r/ChangeMyView. Questo subreddit è una miniera d’oro per le aziende tecnologiche, come la stessa OpenAI, che desiderano allenare i propri modelli su dati generati da esseri umani. Gli utenti, con le loro argomentazioni spesso taglienti, sono il terreno perfetto per insegnare a un’IA a rispondere in modo convincente, sperando di trasformare le opinioni di chi è troppo testardo per cambiare idea.

Strategia Europea per l’Intelligenza Artificiale: Equilibrio tra Regolamentazione e Innovazione

Durante il Forum di Davos, Ursula von der Leyen ha annunciato un piano per semplificare la regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale (AI), definito come un’agenda di “semplificazione”. Questo annuncio segna un punto cruciale nella strategia della Commissione Europea, che sta cercando di incrementare gli sforzi per competere con gli Stati Uniti e la Cina nel campo dell’AI, senza rischiare un declino industriale. Il piano punta ad affrontare in modo più equilibrato i rischi legati all’AI, offrendo una regolamentazione che non soffochi l’innovazione, pur mantenendo il controllo sulle potenziali minacce.

IASEAI ‘25: Una Nuova Era per l’AI Sicura ed Etica nel Panorama Globale

Il mondo dell’intelligenza artificiale (AI) si trova a un punto cruciale, poiché i progressi tecnologici accelerano e si intrecciano con le preoccupazioni etiche che plasmeranno il nostro futuro. In questo contesto, l’International Association for Safe and Ethical AI (IASEAI) è pronta a lanciare la sua conferenza inaugurale, IASEAI ‘25, il 6 e 7 febbraio 2025 a Parigi, presso la sede e il centro conferenze dell’OECD La Muette. Questo incontro, che si terrà prima del Paris AI Action Summit, segna un momento cruciale nel dibattito globale sull’AI, ponendo l’accento sulla sicurezza, l’etica e la responsabilità nello sviluppo e nell’implementazione dell’AI.

La conferenza IASEAI ‘25 si preannuncia come un punto di incontro completo per le principali parti interessate: accademici, leader industriali, società civile, professionisti dei media e rappresentanti del governo, che condividono un impegno comune per garantire che le tecnologie AI evolvano in modi che siano benefici, sicuri e eticamente solidi. Questo evento esclusivo, che è gratuito, richiede ai partecipanti di essere invitati sulla base della presentazione di una dichiarazione di interesse o di un abstract per interventi e poster. Ci si aspetta che sia un evento di alto profilo, che attiri l’attenzione globale, con discussioni approfondite sulle sfide, i rischi e le opportunità dell’AI, e sul come costruire un futuro sicuro.

L’Ipocrisia dell’AI: Blocchi, Censure e la Corsa Inutile al Controllo, ma mi faccia il piacere…

Le aziende che sviluppano intelligenza artificiale vendono al pubblico l’illusione di un progresso tecnologico etico e responsabile, mentre in realtà cercano disperatamente di tappare falle che loro stesse hanno creato. OpenAI, Google e compagnia si affannano a mettere paletti per impedire agli utenti di sfruttare le loro AI per scopi “sbagliati”: niente istruzioni su armi, niente contenuti politicamente scorretti, niente risposte troppo scomode. In teoria, dovrebbero garantire un uso sicuro dei loro modelli, ma nella pratica stanno solo giocando a una partita infinita di guardie e ladri con utenti sempre più creativi nel bypassare le restrizioni.

Dalla nascita delle prime AI generative, gli sviluppatori hanno cercato di arginare gli exploit, ma ogni barriera che alzano dura il tempo di un aggiornamento prima che qualcuno trovi un nuovo modo per aggirarla. È un teatrino dove i ruoli sono chiari: le aziende fanno finta di avere il controllo, gli utenti fanno finta di non poterlo scavalcare, e alla fine entrambi sanno che la censura perfetta non esiste.

Google Rivede la Sua Politica sull’IA: Nuove Prospettive per Difesa e Sorveglianza

“Riteniamo che le aziende, i governi e le organizzazioni che condividono questi valori debbano lavorare insieme per creare un’IA che protegga le persone, promuova la crescita globale e supporti la sicurezza nazionale”.

Google Post.

Google ha modificato la propria politica sull’intelligenza artificiale, eliminando un divieto esplicito sull’uso delle sue tecnologie per armamenti e sorveglianza. Questa decisione, avvenuta sei anni dopo l’adozione di rigide restrizioni, segna un significativo cambio di direzione e si inserisce in un più ampio contesto di ridefinizione dell’etica dell’IA da parte delle big tech. Anche OpenAI, nel corso dell’ultimo anno, ha adottato una revisione simile, segnalando un trend in crescita nel settore.

La nuova politica di Google afferma che l’azienda impiegherà l’IA in modo responsabile, garantendo “un’adeguata supervisione umana, la dovuta diligenza e meccanismi di feedback per allinearsi agli obiettivi degli utenti, alla responsabilità sociale e ai principi ampiamente accettati del diritto internazionale e dei diritti umani”. Tuttavia, la rimozione del divieto esplicito sull’uso bellico e di sorveglianza solleva interrogativi sul livello di controllo che Google eserciterà effettivamente sui propri strumenti e sulle applicazioni sviluppate da governi o aziende partner.

Il Fondo Sovrano Americano: Da TikTok a Stargate, la Nuova Frontiera del Capitalismo Statale

Gli Stati Uniti e il libero mercato, una storia d’amore eterna… almeno fino a quando non serve un piccolo aiutino pubblico per finanziare il futuro dell’intelligenza artificiale. E così, tra un proclama e l’altro, Donald Trump ha lanciato l’idea di un fondo sovrano americano, suggerendo persino un investimento in TikTok. Già, perché se c’è una cosa di cui gli Stati Uniti hanno bisogno, è diventare azionisti di un’app per balletti e challenge virali.

Ma lasciamo da parte per un attimo questa geniale intuizione e concentriamoci su qualcosa di più serio: Stargate. No, non un remake della serie sci-fi, ma il mega-progetto OpenAI-SoftBank-Oracle da 500 miliardi di dollari per la costruzione di data center destinati all’AI, annunciato dallo stesso Trump il mese scorso. Il dettaglio interessante? Non ci sono ancora dettagli. Un piccolo problema, certo, ma perché farsi fermare da simili banalità?

Verizon e Google: quando l’AI diventa una promozione da supermercato

I chatbot AI conversazionali hanno finalmente raggiunto la loro consacrazione aziendale: ora vengono impacchettati come gadget promozionali nei piani wireless, proprio come una volta si faceva con le suonerie polifoniche o gli SMS illimitati. Verizon, con un colpo di genio degno di un reparto marketing disperato, ha annunciato che offrirà ai suoi clienti l’abbonamento all’AI di Google alla modica cifra di 10 dollari al mese, metà del prezzo ufficiale.

Un affare imperdibile, almeno sulla carta. Ma siamo sicuri che cambierà qualcosa per Google o per Verizon? Il colosso delle telecomunicazioni ha già provato a ingolosire i suoi clienti con sconti su servizi di streaming come Netflix e Max di Warner Bros. Discovery, con risultati discutibili. Il processo di attivazione è tutto fuorché intuitivo: il cliente deve prima aderire all’offerta di Verizon, poi creare un account per ciascun servizio separatamente, con un livello di frustrazione che potrebbe fargli rimpiangere i tempi in cui bastava attivare un decoder satellitare.

La Follia del Capex AI: Una Corsa Senza Freni Verso l’Infinito (E Oltre)

L’industria tecnologica sembra aver perso ogni freno inibitorio quando si parla di spese in conto capitale. Alphabet, la casa madre di Google, ha deciso di stanziare 75 miliardi di dollari in capex per il 2025, un aumento del 43% rispetto all’anno precedente. Il che significa una cosa sola: la guerra dell’AI non è solo iniziata, è diventata una corsa a chi brucia più velocemente miliardi su miliardi per costruire il futuro. E non è certo sola in questo delirio.

Microsoft, con i suoi 80 miliardi di dollari destinati alla costruzione di data center AI nel suo anno fiscale, gioca il ruolo del gigante che non vuole farsi soffiare la corona. Meta, sempre con il sogno del metaverso in fondo alla testa ma ormai consapevole che l’AI è il vero campo di battaglia, è pronta a mettere sul piatto 65 miliardi di dollari. Amazon? Nessun problema, la sua macchina da soldi è più che capace di reggere il ritmo con 75 miliardi di dollari previsti per il 2024, e probabilmente ancora di più quest’anno.

Trump Invoca una Legge del XVIII Secolo per Accelerare le Deportazioni: Una Mossa Controversa

Il presidente Donald Trump sta valutando l’uso dell’Alien Enemies Act del 1798 per accelerare le deportazioni di immigrati irregolari. Questa legge, parte delle Alien and Sedition Acts, concede al presidente l’autorità di deportare o detenere cittadini di nazioni ostili durante periodi di guerra. Storicamente, è stata invocata solo tre volte: durante la Guerra del 1812, la Prima Guerra Mondiale e la Seconda Guerra Mondiale, per gestire cittadini di paesi nemici residenti negli Stati Uniti.

L’intenzione di Trump di utilizzare questa legge per giustificare deportazioni di massa ha suscitato un acceso dibattito. Secondo esperti legali, l’applicazione dell’Alien Enemies Act richiede una dichiarazione formale di guerra o l’esistenza di ostilità con un’altra nazione. Attualmente, gli Stati Uniti non sono in guerra con alcun paese, il che rende discutibile la legittimità dell’uso di questa legge per le deportazioni. Inoltre, la legge è stata storicamente utilizzata per detenere cittadini di nazioni con cui gli Stati Uniti erano in conflitto armato, non per gestire l’immigrazione irregolare in generale.

L’Intensità di Capitale dell’IA Supera il Superciclo degli Investimenti nel Settore Petrolifero

Negli ultimi anni, l’industria tecnologica ha intrapreso una massiccia ondata di investimenti nell’intelligenza artificiale (IA), superando in intensità di capitale il precedente superciclo di investimenti delle aziende petrolifere e del gas. Secondo un’analisi di Capital IQ, le principali aziende tecnologiche stanno destinando risorse finanziarie senza precedenti per sviluppare e implementare soluzioni basate sull’IA, segnando una svolta significativa nella distribuzione del capitale a livello globale.

Questo fenomeno ricorda i massicci investimenti effettuati dalle compagnie petrolifere durante i periodi di espansione dell’industria energetica. Tuttavia, mentre gli investimenti nel settore petrolifero erano principalmente orientati all’estrazione e alla produzione di risorse fisiche, gli attuali investimenti nell’IA sono focalizzati sulla costruzione di infrastrutture digitali, come data center avanzati e potenti sistemi di calcolo. Ad esempio, aziende come Amazon e Microsoft potrebbero spendere circa 3 trilioni di dollari entro il 2030 per costruire e gestire data center dedicati all’IA, secondo il BlackRock Investment Institute.

Questa nuova ondata di investimenti è alimentata dalla crescente domanda di applicazioni basate sull’IA in vari settori, dalla sanità alla finanza, dalla logistica all’intrattenimento. Le aziende stanno riconoscendo il potenziale trasformativo dell’IA e stanno allocando capitali significativi per assicurarsi una posizione di leadership in questo campo emergente. Tuttavia, questo approccio comporta anche rischi considerevoli, poiché il rapido avanzamento tecnologico potrebbe rendere obsolete alcune soluzioni prima che gli investimenti possano generare ritorni significativi.

Inoltre, l’implementazione diffusa dell’IA richiede un consumo energetico sostanziale, spingendo le aziende a investire anche in fonti di energia rinnovabile per alimentare le loro infrastrutture. Ad esempio, Sultan al-Jaber, CEO della compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi, Adnoc, ha affermato che la rapida crescita dell’IA sta incentivando le grandi compagnie petrolifere a investire pesantemente nelle energie rinnovabili.

Ecco come risparmiare sull’AI per la ricerca online senza svuotare il portafoglio!

Paperron de Paperoni, sempre alla ricerca del modo migliore per risparmiare qualche centesimo, ha finalmente trovato un’alternativa più conveniente a quelle costosissime piattaforme di ricerca AI. La recente innovazione di OpenAI, il suo agente Deep Research, promette di rivoluzionare il modo in cui raccogliamo dati online, analizzando autonomamente risposte e fornendo documenti completi su qualsiasi argomento. Peccato che per usarlo ci vogliano 200 dollari al mese! Ma, come tutti ben sanno, “la qualità ha il suo prezzo”… o almeno, così dicono quelli che non hanno trovato alternative più economiche.

L’Europa Regola l’AI con il Mito della Sicurezza, Mentre Trump Prepara la Vendetta

L’Unione Europea prosegue imperterrita nel suo sogno di diventare la paladina della regolamentazione dell’intelligenza artificiale, incurante delle possibili ripercussioni. Mentre Bruxelles si prepara a pubblicare nuove linee guida per vietare alcuni utilizzi dell’AI, Donald Trump avverte che la crociata contro le aziende tecnologiche americane non rimarrà impunita.

Il tanto decantato AI Act, approvato nel 2023, è stato celebrato come il regolamento più avanzato al mondo, ma nei fatti si traduce in una serie di ostacoli burocratici che rischiano di paralizzare l’innovazione. Da domenica, alcune pratiche, come il data scraping per il riconoscimento facciale, sono ufficialmente vietate. Nei prossimi anni, altre restrizioni colpiranno modelli di AI di grandi dimensioni e applicazioni considerate “ad alto rischio”, in settori come la sanità.

L’AI Non ci mangerà… Ma solo perché non ne ha bisogno, parola di Masayoshi Son

Masayoshi Son, CEO di SoftBank, ha tranquillizzato tutti: l’intelligenza artificiale non ci mangerà. Non perché ci voglia bene, non perché abbia un’etica, ma semplicemente perché non funziona a proteine. “Se la loro fonte di energia fosse proteine, allora sarebbe pericoloso,” ha spiegato Son, con la serena consapevolezza di chi sta costruendo il futuro dell’umanità con la stessa nonchalance con cui si investe in una startup di delivery.

A fargli eco, Sam Altman di OpenAI, che durante il loro incontro a Tokyo ha rassicurato il pubblico su un altro aspetto: l’AI non ruberà nemmeno il lavoro, perché, tanto, l’umanità trova sempre qualcosa da fare. Certo, come no. Così come i tessitori del XIX secolo hanno trovato facilmente impiego quando i telai automatici hanno fatto il loro ingresso trionfale nelle fabbriche. O come i lavoratori del call center quando sono arrivati i chatbot. Il progresso non si ferma mai: l’importante è che la gente continui a essere ottimista mentre l’AI riscrive le regole del gioco.

OpenAI e il Grande Inganno dell’Intelligenza Artificiale: Un Business da 4 Miliardi e Nuove Minacce all’Orizzonte

L’industria dell’intelligenza artificiale non è mai stata così redditizia, almeno per chi sta dalla parte giusta della storia o meglio, della cassa. OpenAI ha chiuso l’anno con numeri che farebbero impallidire anche il più spietato venture capitalist: gli abbonamenti a pagamento di ChatGPT sono quasi triplicati, passando da 5,8 milioni a 15,5 milioni di utenti, garantendo un flusso di cassa mensile di almeno 333 milioni di dollari. Se si moltiplica questa cifra per 12, il conto è semplice: parliamo di almeno 4 miliardi di dollari all’anno.

The Beatles e l’AI: Quando il Rock si Fa (Artificialmente) Sentire ai Grammy

E così, a distanza di decenni, i Beatles si portano a casa l’ottavo Grammy competitivo, e lo fanno grazie a un nuovo membro della band: l’intelligenza artificiale. Chi l’avrebbe mai detto che il futuro del rock sarebbe passato da un algoritmo? E invece eccoci qua, con “Now and Then”, una canzone nata da un nastro impolverato degli anni ‘70, ripescata negli anni ‘90, abbandonata per limiti tecnici e poi resuscitata nel 2021 da Paul McCartney e Ringo Starr con l’aiuto di Peter Jackson e del suo team di maghi digitali. L’AI è il nuovo produttore di Abbey Road, piaccia o meno.

L’Intelligenza Artificiale si Prende una Pausa Caffè di 30 Minuti per Fare “Deep Research”

OpenAI ha appena lanciato l’ennesima novità per ChatGPT: Deep Research, un’aggiunta che promette di trasformare il chatbot da semplice generatore di testo in un analista autonomo capace di pianificare, eseguire ricerche multi-step e perfino tornare sui propri passi se necessario. Un’intelligenza artificiale che finalmente può correggersi da sola? Quasi, ma non troppo.

L’idea è che ora ChatGPT non si limiti a rispondere con il solito testo preconfezionato, ma mostri un processo di ricerca “trasparente” nella nuova barra laterale, includendo citazioni e spiegazioni su come ha costruito la sua risposta. Un’innovazione che suona rassicurante, fino a quando OpenAI stessa ammette che Deep Research può ancora allucinare fatti inesistenti, confondere bufale con dati ufficiali e non avere la minima idea di quanto sia sicuro delle sue risposte. Insomma, un po’ come un analista finanziario sotto pressione, ma con meno senso della realtà.

Quantum Computing: È Già Qui, e Ce Ne Stiamo Perdendo Tutti un Pezzo

Diciamocelo chiaramente, il quantum computing non è una di quelle diavolerie futuristiche che trovi solo nei romanzi di Asimov o nei film di Nolan. È già tra noi. Ricordo ancora quando, da bambino, il mio primo computer era un  Lemon II prodotto in italia  dalla Selcom di Ravenna con ben 48 kilobyte di memoria. Era il massimo della tecnologia per l’epoca, La mainboard era una copia pressoché identica di quella dell’Apple II+, si differenziava dall’originale per pochi particolari, come per esempio l’utilizzo di EPROM al posto dele ROM , Lemon, scelto tra i nomi inglesi di frutti a 5 lettere com Apple nei paesi di lingua anglofona il termine è sinonimo di “bidone”..

Ammiro Jensen Huang, il visionario CEO di Nvidia, ma quando dice che l’uso “pratico” del quantum computing è distante almeno vent’anni, credo che stia sottovalutando la situazione. Certo, Nvidia è un gigante dell’innovazione, ma fidatevi: il quantum computing sta già facendo passi da gigante in campi come la sicurezza, la finanza e la farmaceutica.

Il Grande Gioco dei Dazi: Come l’America si Auto-Sabota

Il 1° febbraio 2025, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ufficialmente imposto tariffe del 25% su tutte le importazioni provenienti da Canada e Messico, e del 10% su quelle cinesi, con l’obiettivo dichiarato di affrontare questioni legate all’immigrazione illegale e al traffico di fentanyl. Inoltre, i prodotti energetici canadesi saranno soggetti a una tariffa del 10%.

Il ministero del commercio cinese ha dichiarato: “La Cina è fortemente insoddisfatta di questo e si oppone fermamente”, aggiungendo che si tratta di una “grave violazione” delle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, secondo la BBC.

AI, Marx e la Crisi della Fisica: DeepSeek Risolve Tutto (O Ci Inganna Meglio?)

Il confronto tra DeepSeek e OpenAI nel contesto dell’intelligenza artificiale può essere interpretato attraverso la lente storica e filosofica della crisi della fisica del XX secolo, un parallelo che richiama la tensione tra modelli consolidati e nuove prospettive.

Se la fisica classica aveva costruito un edificio apparentemente solido fino all’inizio del Novecento, la relatività e la meccanica quantistica ne hanno scardinato i principi fondamentali, portando a una crisi epistemologica che ancora oggi si cerca di risolvere. Analogamente, il monopolio occidentale sulle IA avanzate, incarnato da OpenAI, si trova ora di fronte alla sfida di nuovi attori come DeepSeek, espressione della crescente capacità tecnologica cinese.

DeepSeek e il “Metodo Cinese dell’Innovazione”: Copia, Ottimizza, Domina. La Legge di Wang

Ultima settimana nel magico mondo dell’AI: ecco DeepSeek, un servizio simile a ChatGPT, ma realizzato a una frazione del costo. Miracolo tecnologico? Non proprio. Si mormora che il modello sia stato sviluppato grazie a una tecnica raffinata chiamata “distillazione”—un termine che in Occidente fa rima con “proprietà intellettuale violata”, mentre in Cina si traduce con “business intelligente”.

Ma chi ha tempo per scandalizzarsi? Parliamo piuttosto del vero takeaway: il “Metodo Cinese dell’Innovazione”. Dopo anni “difficili” provenienti da società americane, passati fianco a fianco con i migliori ingegneri asiatici, posso garantire che questa storia è tutto tranne che nuova.

Regno Unito e AI: Una Roadmap Visionaria che l’Europa Dovrebbe Imitare

Ho speso una buona parte della mia vita lavorando per Anglo Americani quello che li ha sempre caratterizzati, forse come ex potenza coloniale, è avere una Roadmap questa è la dimostrazione : Devi avere un Piano

Il governo britannico ha appena rilasciato un documento di policy destinato a rafforzare la sua posizione come potenza globale nell’intelligenza artificiale. Questa iniziativa, basata su 50 misure specifiche, non è solo una dichiarazione d’intenti, ma un piano strategico ben strutturato che dimostra la volontà di guidare il futuro dell’AI con investimenti mirati, regolamentazioni intelligenti e un ecosistema favorevole all’innovazione.

A differenza dell’Europa continentale, spesso intrappolata in un labirinto normativo e burocratico che rallenta lo sviluppo tecnologico, il Regno Unito adotta un approccio pragmatico, delineando obiettivi concreti e misurabili. Questa roadmap comprende l’espansione delle capacità di calcolo, lo sviluppo di hub dedicati all’AI, la creazione di zone di crescita specializzate, incentivi alla condivisione dei dati e un investimento strategico nella formazione e nel talento.

“La Corsa all’AGI: Scenari e Previsioni sulla Timeline dell’Intelligenza Generale Artificiale”

Negli ultimi anni, il dibattito sulla timeline per raggiungere l’AGI (Artificial General Intelligence, ovvero un’intelligenza artificiale capace di comprendere e svolgere compiti di livello umano in ogni dominio) si è intensificato. Voci influenti dell’industria e della ricerca, tra cui Sam Altman, Ray Kurzweil, Demis Hassabis, Elon Musk e altri, hanno espresso opinioni divergenti. La questione non riguarda solo la tecnologia, ma anche le implicazioni sociali, economiche e filosofiche di un traguardo che cambierebbe radicalmente il mondo.

L’America Scopre il Karma: DeepSeek e l’Ipocrisia dell’Intelligenza Artificiale

Recap della settimana, il nuovo Maccartismo

Howard Lutnick, il candidato alla carica di Segretario del Commercio degli Stati Uniti, ha esordito davanti al Senato con una denuncia infuocata: DeepSeek avrebbe rubato tecnologia americana per spazzare via la concorrenza occidentale. “Hanno rubato, si sono introdotti, hanno preso la nostra proprietà intellettuale”, ha dichiarato con sdegno. Un’accusa che riflette la crescente paranoia americana nei confronti delle aziende cinesi, colpevoli – a quanto pare – di giocare sporco quando sono loro a vincere.

La Casa Bianca, prevedibilmente, ha cavalcato l’ondata di indignazione, valutando i rischi per la sicurezza nazionale. I giganti della Silicon Valley, terrorizzati dalla rivoluzione tecnologica scatenata da DeepSeek, hanno rapidamente dipinto l’azienda cinese come un’entità fraudolenta, intenta a sabotare il mercato con spregiudicate manovre di spionaggio industriale e dumping tecnologico.

Elon Musk e l’Invasione delle Agenzie Governative: Quando la Disruptive Innovation Prende Controllo

L’immagine di Elon Musk come l’uomo che guida l’innovazione attraverso il caos è ormai consolidata. Eppure, il suo recente ingresso nel governo federale degli Stati Uniti sembra portare questo concetto a un livello decisamente più macabro e ironico. Secondo quanto riportato dal Washington Post, i suoi collaboratori stanno prendendo il controllo delle dinamiche interne di diverse agenzie governative cruciali, tra cui l’Office of Personnel Management, il Department of the Treasury e la General Services Administration (GSA). Ma in che modo l’imprenditore noto per il suo approccio irriverente sta influenzando il funzionamento della macchina burocratica americana?

Alex Wei: l’intelligenza artificiale ha fregato il tuo lavoro, e ora devi pure pagarla

Il 2025 si apre con un messaggio chiaro: se il tuo lavoro dipende dalla scrittura, dalla creatività o dalla produzione di contenuti, hai un problema. Alex Wei, uno YouTuber freelance, ha pubblicato un video diventato virale il primo dell’anno con un titolo che suona come un epitaffio: “Happy 2025. Ho perso il mio lavoro da freelance per colpa dell’AI”.

Trump attacca la Fed: “Regolamentazione bancaria disastrosa” mentre Powell ignora la richiesta di taglio dei tassi

Recentemente, il presidente Donald Trump ha espresso forti critiche nei confronti della Federal Reserve (Fed) e del suo presidente, Jerome Powell, accusandoli di aver gestito in modo inadeguato la regolamentazione bancaria e di non essere riusciti a controllare l’inflazione.

In un post su Truth Social, Trump ha dichiarato: “Poiché Jay Powell e la Fed non sono riusciti a fermare il problema che hanno creato con l’inflazione, lo farò io”, sottolineando l’intenzione di affrontare personalmente le sfide economiche attuali.

Foundations of Large Language Models

Questo libro è tra i più illuminanti mai scritti sugli LLM: una vera e propria lezione magistrale!
(Poter vivere in un’epoca in cui risorse di questo calibro sono liberamente accessibili a chiunque voglia approfondire è semplicemente straordinario).

In 200 pagine, il libro affronta in dettaglio:

  • Le basi dei modelli transformer pre-addestrati
  • Come i transformer alimentano i moderni LLM
  • Tecniche di addestramento e scalabilità degli LLM
  • Strategie di prompting, dalle nozioni fondamentali a quelle avanzate
  • Metodi di fine-tuning per applicazioni pratiche

Se desideri superare le discussioni superficiali sull’intelligenza artificiale e comprendere davvero come funzionano questi modelli, questa lettura è un must. Assolutamente consigliato!

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Un vero tesoro da scoprire. Buona lettura!

Eureka! OpenAI Scopre il Closed Source (Dopo che la Cina Gli Ha Dato una Lezione)

Sam Altman, il guru di OpenAI, ha finalmente avuto un’epifania: “Forse essere aperti non è stata la mossa migliore forse essere closed-source come una cassaforte svizzera sarebbe stato meglio” Certo, non è che la compagnia ci sia arrivata da sola, ma è stata spinta con forza da un terremoto chiamato DeepSeek, lo ha detto durante il Reddit “Ask Me Anything“, (AMA) anche se a Roma significa altro..

Durante un’illuminante sessione su Reddit, Altman ha confessato candidamente che forse OpenAI ha “sbagliato lato della storia” sul tema dell’open source. Ovviamente, non tutti in OpenAI condividono questa opinione, e nemmeno è la loro “priorità assoluta” – perché perché mai dovrebbe esserlo?

Memorie Artificiali, LTM e STM: Breve Storia della Lunga Stupidità Umana

La memoria umana è la colonna portante della nostra identità. È quel misto di ricordi imbarazzanti, momenti epici e dettagli irrilevanti che ci permette di dire “io sono questo.” Ma è anche un sistema ingannevole, un archivio disorganizzato e pieno di falle. Ora immaginate di prendere questa meravigliosa confusione e cercare di replicarla in un’intelligenza artificiale. Sembra una buona idea? Certo, come lanciare un boomerang in uno spazio angusto e sperare che non ritorni per colpirti.

La memoria a lungo termine (LTM) e la memoria a breve termine (STM) non sono solo concetti accademici da manuale di psicologia. Sono i due poli su cui si basa ogni processo cognitivo umano. La STM è quella lavagna temporanea su cui scriviamo le informazioni per risolvere problemi immediati: ricordare il numero di una stanza d’hotel, fare calcoli mentali, trovare un modo elegante per uscire da una conversazione noiosa. La LTM, invece, è il magazzino delle nostre esperienze, il contenitore che ci permette di ricordare la lezione di geometria del liceo (anche se ormai non ci serve più) o il nome del nostro primo amore.

Protetto: Radiomica

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MacKenzie: Inventing Accuracy, DeepSeek e OpenAI

Il lavoro di Donald MacKenzie in Inventing Accuracy (1990) offre un quadro concettuale utile per analizzare ciò che sta accadendo oggi nel campo dell’intelligenza artificiale con lo sviluppo di modelli come quelli di DeepSeek e OpenAI. Il parallelo principale risiede nel modo in cui l’innovazione tecnologica non è mai un processo puramente tecnico, ma il risultato di un complesso intreccio di fattori politici, economici e istituzionali.

Splendida Cornice: Geppi Cucciari e Luciano Floridi, bravissimi

In un’epoca in cui l’Intelligenza Artificiale (IA) è diventata protagonista di dibattiti, investimenti miliardari e rivoluzioni tecnologiche, capire davvero di cosa si tratta può sembrare un’impresa da far sanguinare il naso. Eppure, durante una serata speciale del programma Splendida Cornice, condotta da una superlativa Geppi Cucciari su Rai 3, il professor Luciano Floridi, filosofo ed esperto di etica digitale, ha offerto una spiegazione chiara e accessibile, promettendo di farci uscire dal bar senza emorragie nasali.

Luciano Floridi è Professor and Founding Director of the Digital Ethics Center all’Università di Yale e insegna Sociologia della Comunicazione all’Università di Bologna. E’ tra i massimi esperti internazionali nel campo della filosofia dell’informazione e delle trasformazioni digitali, ed è stato recentemente nominato presidente della Fondazione Leonardo. A parte i titoli ha dimostrato, sempre, di essere un personaggio di spessore.

Floridi ha offerto una visione critica e complessa sull’Intelligenza Artificiale (IA), che va oltre la semplice analisi tecnologica. Il suo approccio, come emerso nel programma, si concentra sulla natura stessa dell’intelligenza e sul rapporto tra uomo e macchina, mettendo in discussione alcune delle nostre assunzioni più comuni.

Dalla Valle del Silicio con furore: gli ex di OpenAI diventano venture capitalist e Felicis fiuta l’affare

Il capitalismo ha una regola ferrea: se c’è un trend, c’è un fondo pronto a specularci sopra. E così, dopo aver spremuto a dovere gli ex dipendenti di Google, il fondo di venture capital Felicis ha trovato una nuova miniera d’oro nei reduci di OpenAI. La strategia è sempre la stessa: raccogliere gli ex di grandi aziende, spacciarli per guru della prossima rivoluzione tecnologica e investirci sopra miliardi. L’ultima mossa? L’assunzione di Peter Deng, ex vicepresidente consumer di OpenAI, ora quinto socio generale di Felicis.

Un caffè al Bar dei Daini: HPE, X, Comcast, OpenAI

Il profumo del caffè avvolge l’aria del Bar dei Daini, un piccolo angolo di riflessione dove gli imprenditori, i manager e gli appassionati di tecnologia si ritrovano per discutere delle ultime novità dal mondo finanziario e tecnologico. Tra un espresso intenso e un cappuccino schiumoso, le conversazioni spaziano dalle acquisizioni strategiche ai futuri scenari dell’intelligenza artificiale, passando per le mosse dei giganti del settore tecnologico.

Apple: il Colosso con i Piedi d’Argilla in Cina

Apple ha pubblicato i risultati del trimestre di dicembre, e come sempre c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi lo vede mezzo vuoto. Ma per un’azienda che vive di storytelling e numeri scintillanti, il problema è quando nel bicchiere ci sono più crepe che liquido.

Partiamo dalle note stonate: la Cina, che dovrebbe essere la miniera d’oro di Apple, ha deciso che forse è meglio tornare a scavare in casa propria. I ricavi nel Paese del Dragone si sono ridotti dell’11%, un segnale chiaro che il vento sta cambiando. Huawei e gli altri marchi locali, spinti da un’ondata di orgoglio nazionale e da una tecnologia che non ha nulla da invidiare, stanno erodendo la posizione dominante dell’iPhone. E se l’azienda di Cupertino si consola con un calo “solo” dello 0,8% nelle vendite globali di iPhone, è evidente che il problema cinese non è un mal di pancia passeggero, ma un’ulcera cronica.

Liang Wenfeng: Il Genio dell’AI che Sta Rivoluzionando il Settore Finanziario, il prossimo Netflix Biopic ?

“Ogni paese nel mondo potrebbe avere un progetto di quel tipo in corso, se riesce ad acquisire il talento necessario e a lavorarci, naturalmente. Il resto dell’industria imparerà da questo,” ha detto Shuman Ghosemajumder, co-fondatore e amministratore delegato di Reken, una startup di intelligenza artificiale con sede a San Francisco.

Liang Wenfeng è un nome che sta rapidamente emergendo nell’elite tecnologica globale. Alcuni lo definiscono il “Sam Altman cinese”, un riferimento al noto CEO di OpenAI, mentre altri lo paragonano a Jim Simons, il leggendario matematico e fondatore di Renaissance Technologies, pionere degli investimenti quantitativi.

L’analisi quantitativa è una tecnica di analisi finanziaria che cerca di capire il comportamento dei mercati finanziari usando modelli matematici e statistici. L’obiettivo è scoprire le cause delle fluttuazioni dei mercati, prevederle e anticiparle.

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