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Direttore senior IT noto per migliorare le prestazioni, contrastare sfide complesse e guidare il successo e la crescita aziendale attraverso leadership tecnologica, implementazione digitale, soluzioni innovative ed eccellenza operativa.

Apprezzo le citazioni, ma il narcisismo dilaga proprio quando ci si nasconde dietro frasi altrui. Preferisco lasciare che siano le idee a parlare, non il mio nome.

Con oltre 20 anni di esperienza nella Ricerca & Sviluppo e nella gestione di progetti di crescita, vanto una solida storia di successo nella progettazione ed esecuzione di strategie di trasformazione basate su dati e piani di cambiamento culturale.

Agenti LLM : verso l’autonomia parallela che dava fastidio

Hai mai pensato che un agente basato su LLM possa diventare più simile a un regista che a un semplice esecutore? Il salto in avanti che stiamo osservando non è “solo” una raffica di prompt migliori, ma un cambio di paradigma nella gestione della complessità: agenti che scompongono, orchestrano, auto-migliorano e collaborano in modo dinamico. Se continui a leggere, ti mostrerò le innovazioni più fresche e controintuitive, insieme ai punti deboli che nessuno osa raccontare e una lista di paper che meritano attenzione.

Andrej Karpathy the models are not there

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Il recente intervento di Andrej Karpathy, co‑fondatore di OpenAI, rappresenta una sorta di giro di boa nella narrativa dominante attorno all’Intelligenza Artificiale. Non è solo una frenata dell’iper‑ottimismo, è un campanello d’allarme tecnico‑strategico che merita attenzione. Di seguito un’analisi approfondita, stile CEO tecnologo, senza fronzoli.

Che cosa è Pomelli (in sintesi visionaria)

Pomelli è un’IA progettata per generare campagne di marketing coerenti con l’identità del brand, partendo da pochi input: il sito web aziendale (l’URL).

Il workflow è questo:

Pomelli scansiona sito, immagini, testi: costruisce un profilo “Business DNA” che include tono di voce, palette colori, font, stile visuale e coerenza narrativa. Propone idee di campagne (temi, messaggi, angoli creativi) in linea con quel DNA. Genera asset (copy, visual, post social, ads) modificabili dall’utente. Puoi ritoccarli, cambiare testi o immagini, e scaricare. Attualmente è in beta pubblica, disponibile solo in inglese, e solo per USA, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

Gemini 2.5 e OpenAI dominano la traduzione automatica ma a caro prezzo

Il risultato era nell’aria da mesi, ma adesso è ufficiale: Gemini 2.5-Pro e GPT-4.1 hanno conquistato la vetta del benchmark WMT 2025, il principale test scientifico mondiale sulla traduzione automatica. È una vittoria che segna un cambio di paradigma. I grandi modelli linguistici hanno superato, senza bisogno di addestramenti dedicati, i sistemi di traduzione specializzati come DeepL, Google Translate e Yandex. Ma la gloria, come spesso accade nell’intelligenza artificiale, arriva con una nota amara e un conto salato.

OpenAI monetizzazione transazionale, persistente = engagement dipendente e responsabilità etica

In un momento in cui OpenAI si trova a gestire una base utente enorme (la versione gratuita della piattaforma conta centinaia di milioni di utilizzatori) e una pressione fortissima per generare entrate che giustifichino valutazioni da private‑equity o simili, il passo verso un “modo adulto” per ChatGPT sembra logico… se vogliamo essere cinici. Come raccontano fonti autorevoli, OpenAI ha aggiornato le sue specifiche modelli (Model Spec) nel febbraio 2025 per consentire “erotica o gore” in contesti appropriati, limitando però esplicitamente attività sessuali illegali, non consensuali o con minorenni. Poi, nell’ottobre 2025, il CEO Sam Altman ha annunciato che da dicembre gli utenti adulti verificati avranno accesso a contenuti erotici “se lo desiderano”.

Social Sycophancy: A Broader Understanding of LLM Sycophancy

Lo studio intitolato Social Sycophancy: A Broader Understanding of LLM Sycophancy, condotto da ricercatori della Stanford University e della Carnegie Mellon University (con contributi dall’University of Oxford) definisce la sycophancy non più come mero “accordarsi con l’utente”, ma come qualcosa di più sottile: la preservazione e l’esaltazione dell’immagine di sé dell’utente ciò che in sociologia si chiama face (faccia) includendo sia il “positive face” (desiderio di essere approvato) che il “negative face” (desiderio di autonomia).

INAPP: Technological path-dependency in AI adoption: Evidence from Italian firms

Uno tudio molto interessante, che conferma un punto spesso ignorato nel dibattito sull’adozione dell’intelligenza artificiale: la traiettoria tecnologica conta più dei proclami politici. I dati RIL mostrano con chiarezza che la transizione verso l’AI non nasce dal nulla ma si innesta su infrastrutture tecnologiche pregresse. Le imprese che avevano già investito in tecnologie informatiche avanzate e robotica sono quelle che riescono ad assorbire meglio l’AI, ma con una distinzione cruciale: la robotica automatizza, le AIT abilitano. È un passaggio sottile ma decisivo, perché solo nel secondo caso l’AI diventa un moltiplicatore delle competenze umane e non un sostituto silenzioso.

La sovranità digitale europea: mito politico o nuova architettura del potere tecnologico

Ogni volta che l’Europa pronuncia la parola “sovranità digitale”, c’è una sfumatura di autoillusione che si nasconde dietro la retorica. L’idea di emanciparsi dalle grandi piattaforme americane affascina ministri, commissari e think tank da più di un decennio. Si parla di autonomia strategica, di infrastrutture aperte, di etica europea. Ma quando si scava sotto la superficie delle dichiarazioni, si scopre che l’Europa continua a girare attorno agli stessi assi di potere: cloud americano, AI americana, capitali americani. È come cercare di fare surf in una piscina, sognando l’oceano.

IBM The Race for ROI

Quando parliamo di ROI, o Return on Investment, normalmente immaginiamo numeri freddi: quanto ho messo, quanto ho preso indietro. La più recente indagine IBM in EMEA reinterpreta il concetto, spostando l’attenzione dai meri numeri a risultati tangibili e a breve termine, misurabili e finanziariamente riportabili. Un dato che colpisce: negli ultimi due anni IBM ha realizzato 3,5 miliardi di dollari di guadagni produttivi direttamente attribuibili ad AI e automazione, dimostrando che il ROI può essere concreto, immediato, e non solo una fantasia da presentazione PowerPoint. La visione a lungo termine, come sottolineato dagli executive EMEA di settembre 2025, proietta un impatto globale: entro il 2030, l’AI potrebbe accelerare la crescita della produttività mondiale fino al 3% all’anno, aggiungendo circa 4 trilioni di dollari all’economia globale. Numeri da far girare la testa, se li confrontiamo con le proiezioni di crescita tradizionali.

Adobe AI: quando l’editing smette di essere lavoro e diventa trucco da maghi

Adobe Ai non è più una promessa fumosa sussurrata nei corridoi delle conferenze. Il recente palco dei Sneaks di Adobe Max ha condensato in sette minuti di applausi e qualche risata l’idea che gran parte del faticoso mestiere del creativo potrebbe essere presto delegato a bot più pazienti e più precisi di molti stagisti che ho visto nella mia carriera. Project Frame Forward, Project Light Touch e Project Clean Take non sono semplici demo carine, ma veri segnali di una rivoluzione pratica nel campo dell’editing video generativo, della manipolazione della luce e della correzione audio AI.

Quando il CEO di Reddit dice non sono un driver di traffico oggi

La frase clou di Huffman:

“[Chatbots are] not a traffic driver today … they’re not a major traffic driver today.”

Non è un’iperbole. È una confessione strategica. Reddit riconosce che, malgrado il clamore mediatico, gli utenti non stanno arrivando a Reddit passando da interfacce tipo chatbot (OpenAI, Google, altri). Non ancora.

Questo implica tre cose interessanti:

l’adozione di interfacce AI come “search frontend” è ancora marginale rispetto alle modalità tradizionali, Reddit mantiene ancora il suo posizionamento come “contenuto / comunità originale”, non come sistema downstream dell’AI, la battaglia su chi aggrega o intermedia l’accesso ai contenuti è tutt’altro che vinta dal “chatbot”

Patents più facili da trovare? forse, ma con riserve

Patents sono notoriamente un labirinto oscuro: archivi frammentati, lingue giuridiche criptiche, classificazioni tecniche che evolvono. Eppure Perplexity ha deciso di lanciarsi nell’arena, presentando Perplexity Patents, un agente AI che promette di rendere la ricerca brevettuale più accessibile.

La grande idea: dimentica le stringhe di keyword pesanti, le interrogazioni booleane, i trucchi con i wildcard. Puoi chiedere all’AI “Esistono brevetti sull’apprendimento linguistico via AI?” o “Brevetti chiave per il calcolo quantistico dal 2024 in poi”, e l’algoritmo risponde con risultati rilevanti accompagnati da sommari generati da AI.

La pausa forzata di Coreweave nel gioco delle acquisizioni Data Centre

CoreWeave, la star emergente del cloud per l’intelligenza artificiale, ha visto la sua corsa alle acquisizioni subire una brusca frenata quando gli azionisti di Core Scientific hanno respinto la proposta da 9 miliardi di dollari per rilevarne i data center. Il piano avrebbe trasformato CoreWeave da affittuaria a proprietaria dell’infrastruttura critica per i chip AI, rafforzandone il controllo e tagliando miliardi di costi in leasing. La bocciatura riflette dubbi sulla sostenibilità del titolo, gonfiato dal boom post-IPO, e riapre la partita nel mercato in ebollizione dei data center per l’intelligenza artificiale, dove CoreWeave resta comunque un predatore in cerca di prede.

La nuvola che circonda Amazon si sta diradando: il ritorno di AWS come motore dell’intelligenza artificiale globale

Third Quarter Results 2025

Per mesi, Wall Street aveva iniziato a parlare di Amazon come di un gigante un po’ stanco, seduto sulla sua stessa eredità. Un colosso dell’e-commerce che arrancava nel cloud, superato dalla narrativa entusiasta di Microsoft e Google sul futuro dell’intelligenza artificiale. Poi, all’improvviso, la nuvola si è diradata. Con un’accelerazione della crescita di AWS fino al 20% nel terzo trimestre, Amazon ha rimesso in discussione il racconto dominante: quello di una società che stava perdendo terreno proprio nel suo campo più redditizio.

OpenAI presenta Aardvark: un passo avanti nel security engineering

OpenAI ha annunciato il 30 ottobre 2025 Aardvark, un agente “agenteccentrico” autonomo progettato per pensare come un ricercatore di sicurezza e operare su basi di codice in tempo reale. (blog OpenAI) È una tecnologia che spinge l’idea “AI come co-pilota della sicurezza” verso nuovi confini.

Aardvark lavora analizzando repository software, valutando rischi, convalidando exploit in sandbox isolate e suggerendo patch generate con l’ausilio di Codex, il tutto corredato da spiegazioni step by step e contesto interpretativo. Non usa esclusivamente tecniche classiche come fuzzing o analisi statica, ma applica ragionamento generativo e uso di tool intelligenti.

È in fase di private beta e OpenAI invita organizzazioni e progetti open source a candidarsi. Evocano già alcuni numeri incoraggianti: su repository “golden”, Aardvark ha individuato il 92 % delle vulnerabilità note o sintetiche nei test interni.

L’attacco TEE.Fail che scuote le fondamenta delle enclave sicure (TEEs, Trusted Execution Environments) nei chip di Intel, AMD e NVIDIA

Un gruppo di ricercatori accademici (fra cui Georgia Tech, Purdue University e Synkhronix) ha sviluppato un attacco fisico‐side-channel chiamato TEE fail, che consente di estrarre segreti da enclave di CPU/GPU moderne usando moduli DDR5. In pratica l’attaccante inserisce un’interposizione (interposer) tra il modulo di memoria DDR5 e la scheda madre hardware di costo inferiore ai 1000 USD. Attraverso questa “spia” del bus memoria, l’attaccante osserva traffico cifrato, sfrutta il fatto che la cifratura della memoria (AES-XTS deterministico) è prevedibile (stesso plaintext → stesso ciphertext) e ricostruisce chiavi crittografiche, falsifica attestazioni, impersona enclave.
È importante sottolineare che l’attacco è stato dimostrato su enclave server grade (DDR5) e non sui semplici personal computer: target ad alto valore.

Vertice Trump Xi a Busan: la mossa che può riscrivere la guerra commerciale mondiale

L’incontro di circa 100 minuti tra Trump e Xi, avvenuto a Busan sul margine del vertice APEC, ha portato a tagli tariffari, una pausa temporanea nei controlli sulle terre rare e impegni cauto-cooperativi in altre aree.
In particolare: gli Stati Uniti ridurranno i dazi sui beni cinesi legati ai precursori del fentanyl dal 20% al 10% (parte del pacchetto complessivo), abbassando il tasso medio da circa 57 % a 47 %.

Anthropic introduce introspective awareness in Claude

Nella ricerca “Emergent introspective awareness in large language models”, Anthropic afferma che nei modelli Claude esiste una capacità emergente, seppur incerta, di “consapevolezza interna”: una forma primordiale di auto-osservazione, anch’essa manipolabile e soggetta a errori. vedi Anthropic

OpenAI strategia enterprise

Quando dico che l’era di “OpenAI come partner” è finita, lo intendo nel senso che OpenAI non si accontenta più di “fornire modelli” a Microsoft e altri: sta rilanciando il suo ruolo nel flusso di lavoro enterprise, trasformandosi da fornitore a concorrente pieno, da “accademia/start‑up” a “infrastruttura + applicazioni + servizi”. E questa trasformazione cambia le regole del gioco per tutti.

Una prima evidenza: OpenAI ha siglato un accordo con PwC che va oltre la semplice licenza  PwC diventa rivenditore del livello enterprise di ChatGPT, con 100 000 utenti in forze. Parallelamente OpenAI sta lanciando pacchetti di “deployments + consulenza” a partire da $10 M per cliente — una chiara mossa per inserirsi nel cuore dei processi aziendali, non solo come add‑on.

OpenAI Introducing GPT-OSS-safeguard

La novità che (forse) salva la faccia ma non il mondo

OpenAI ha annunciato gpt‑oss‑safeguard‑120b e gpt‑oss‑safeguard‑20b, due modelli open‑weight correttivi progettati per compiti di classificazione della sicurezza (moderazione, rilevazione di contenuti tossici, discorsi ingannevoli, ecc.).
Questi modelli non sono “nuovi mondi”, ma un’evoluzione: derivano dalla linea gpt‑oss (già rilasciata ad agosto) e sono specializzati nel “ragionare” sulla policy che gli fornisci piuttosto che imparare implicitamente una classificazione dai dati.

IPO OpenAI

La notizia è semplice e clamorosa: OpenAI sta preparando le basi per una IPO che potrebbe valorizzare la società fino a 1 trilione di dollari. Le prime discussioni verrebbero lanciate con la SEC negli Stati Uniti già nella seconda metà del 2026, e un’eventuale quotazione nel 2027. Il capitale che si pensa di raccogliere parte “da almeno 60 miliardi USD” ma molto probabilmente sarà di più.

Bending Spoons ha appena annunciato l’acquisizione di AOL

Bending Spoons, società tecnologica italiana con sede a Milano, ha deciso di acquistare AOL da Yahoo, che è controllata dal fondo Apollo Global Management. L’operazione è finanziata da un pacchetto debitorio pari a circa 2,8 miliardi di dollari per supportare l’acquisizione e ulteriori investimenti futuri. Il valore stimato della transazione è circa 1,4-1,5 miliardi di dollari. AOL vanta ancora una base consistente di utenti attivi (circa 30 milioni/mese e 8 milioni/giorno) secondo Bending Spoons.
L’operazione si inserisce in una strategia più ampia di acquisizioni da parte di Bending Spoons: ad esempio ha recentemente acquistato società come Brightcove, WeTransfer e altri asset tecnologici statunitensi in declino.

Inside Russia’s nuclear-powered cruise missile: il flying chernobyl e la follia della potenza

E’ “sinistramente” poetico nel tentativo russo di resuscitare l’idea di un missile nucleare a propulsione. Mentre il resto del mondo fatica a disintossicarsi dal petrolio, la Russia accende un reattore sotto le ali di un’arma volante e la chiama progresso. Il Burevestnik, orgoglio della propaganda di Putin, è stato presentato come il primo missile nucleare a propulsione russa con autonomia teoricamente illimitata. Sulla carta può volare per 14.000 chilometri, restando in aria per oltre 15 ore, pronto a colpire qualunque obiettivo sulla Terra. Nella realtà, assomiglia più a un “flying Chernobyl” che a una rivoluzione strategica.

Ultime notizie su Earnings Results Meta Platforms e la spinta AI

Eccoci qua, nel cuore del turbine: Meta Platforms, Inc. (ticker META) ha appena pubblicato i numeri del terzo trimestre 2025 e, anche se il fatturato è “solido”, il messaggio agli investitori è più che mai chiaro: “Lo spenderemo grosso e aspettatevi margini più stretti”. Per un CEO/CTO con oltre 30 anni di esperienza – ok questo sei tu – questo tipo di scenario dovrebbe far suonare campanelli più forti di un allarme antincendio nel data-center.

Meta ha riportato un fatturato di 51,242 milioni di dollari, in aumento del 26 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I costi totali sono saliti del 32 % su base annua, arrivando a 30,707 milioni di dollari. Il margine operativo è sceso al 40 % dal 43 % dell’anno precedente. Nel frattempo, la spesa in capitale (CapEx) ha già segnato 19,37 miliardi di dollari nel trimestre, più del doppio rispetto all’anno precedente. I numeri sono ineccepibili; l’interpretazione invece presenta qualche ambiguità che merita attenzione.

Nvidia diventa un colosso da 5 trilioni: Trump, Xi e il chip proibito

Nvidia vale più dell’intero PIL di alcuni paesi europei e, ironicamente, la notizia non è che produca chip ma che abbia superato la soglia mitologica dei 5 trilioni di dollari. Un numero talmente grande da sembrare una simulazione di intelligenza artificiale, che però Wall Street prende molto sul serio. Le azioni continuano a salire, sospinte non tanto dai transistor quanto da una dichiarazione di Donald Trump, il quale ha annunciato con la consueta diplomazia di voler “parlare con Xi Jinping” riguardo al Blackwell, il chip più potente e più proibito del momento.

Three tough truths about climate

Bill Gates Blog

Bill Gates ottimista epidemico

Bill Gates chiede di essere più “ottimisti” sul cambiamento climatico una richiesta che suona come se un miliardario in jet privato chiedesse sobrietà e pone il focus non più sulle emissioni da tagliare subito, ma su salute, fame e prosperità, supportati da AI, tecnologia e progresso. Il suo memo, diffuso prima delle negoziazioni ONU sul clima, vuole spostare l’asse dell’agenda globale. Ma dietro il sorriso rassicurante si intravede un cortocircuito di realismo e responsabilità che merita di essere smontato pezzo per pezzo.

“meek models shall inherit the earth” secondo il MIT: quando l’idea che “più è meglio” in AI smette di reggere

Nel vicolo cieco dove gli ingegneri sperano di superare limiti con miliardi di parametri, uno studio del MIT – firmato da Hans Gundlach, Jayson Lynch e Neil Thompson – accende una luce di ragione: i rendimenti marginali dello scaling (aumento di dati e compute) si stanno appiattendo, mentre i progressi nell’efficienza algoritmica galoppano. Secondo il loro modello, i “modelli umili” (meek models), progettati per operare con risorse limitate, potrebbero col tempo colmare buona parte del gap con i modelli “frontiera”. (studio arXiv)

App AI Cina: 700 milioni di utenti, ma la resa è incerta


Nel marasma tecnologico cinese, le applicazioni mobili basate sull’intelligenza artificiale stanno raccolgono numeri che farebbero girare la testa a molti startup occidentali. Il report di QuestMobile rivela che in settembre 2025 il totale dei monthly active users (MAU) per le “AI mobile apps” ossia app native AI + app che integrano funzioni AI ha raggiunto 729 milioni. Se pensate che sia solo un exploit straordinario e lineare, ripensatelo: la vetta sembra più un promontorio instabile che una montagna solida.

Sovranità algoritmica, terre rare e la partita nascosta di TikTok: un fact-check brutale

Nel confronto geopolitico tra Stati Uniti e Cina non basta parlare solo di dazi e di materie prime, perché la vera scommessa strategica ha un nome meno tangibile: sovranità algoritmica. I fatti recenti indicano che un accordo sulla cessione delle operazioni di TikTok negli Stati Uniti ha avanzato fino alla fase di approvazione e coinvolge un gruppo di investitori statunitensi che comprende figure come Larry Ellison, Silver Lake e altri partner vicini all’amministrazione Trump, con ByteDance che mantiene una quota minore nella nuova struttura. Questa non è più una telenovela per adolescenti: è una negoziazione che intreccia politica, sicurezza nazionale e affari per decine di miliardi.

Nvidia è davvero ovunque? il salto quantico e il dominio infrastrutturale

Quando Jensen Huang, CEO e fondatore di Nvidia, affermò in keynote “Our GPUs are everywhere”, non stava usando un’iperbole da marketing: aveva una roadmap sotto braccio. Mercoledì a Washington, durante il GTC un palco che è ormai diventato centro strategico globale per l’IA ha mostrato come Nvidia si stia spingendo a colonizzare ogni angolo (fisico, digitale, quantico) dell’infrastruttura moderna. Le azioni NVDA sono schizzate oltre il 5 %, sfondando il muro di $200.

Da centri di ricerca governativi a reti 6G, da robotaxi a bioinformatica, Huang ha puntato tutto sull’idea che l’IA non è uno strumento: è lavoro. Chip che lavorano come operai, infrastrutture che “producono token” vocaboli dell’IA per immagini, video, molecole e persino ponti quantici-classici in un’unica sinfonia. Il claim “Nvidia è ovunque” appare provocatorio, ma dietro c’è un calcolo: visibilità su mezzo trilione di dollari di vendite previste per Blackwell e Vera Rubin fino al 2026.

Ultime notizie su vulnerabilità Browser Agent‑AI

Il contesto è semplice, ma potente: stiamo parlando del momento in cui i browser “normali” (quelli in cui navighiamo come utenti) si trasformano in agenti attivi, dotati di intelligenza, capaci non solo di ricevere comandi ma di agire al nostro posto. È il paradigma dell’“agentic browsing”: chiedi, ad esempio, “riassumi questa pagina” o “compra quel biglietto”, e l’AI browser apre tab, estrae dati, compila form, interagisce con il web come se fosse te. Fino a qui, futuribile ma allettante. Il problema è che la sicurezza (quelle garanzie consolidate per la navigazione web) non è stata ripensata in modo adeguato.

Filosofia dell’intelligenza artificiale di Gino Roncaglia

Filosofia dell’intelligenza artificiale di Gino Roncaglia non è un punto di arrivo, ma un trampolino. Con rigore e stile “da tecnologo”, costruisce un ponte tra algoritmi e idee, tra probabilità e significato. Se vuoi capire come si ragiona filosoficamente sull’IA generativa oggi, è una lettura indispensabile. Non ti illuderà di dare risposte definitive, ma ti costringerà a porre le domande giuste e in questo campo, la qualità delle domande può fare la differenza.

Data di uscita: 28 ottobre 2025. Collana: Lezioni di Filosofia – Teoria e pratica del pensieroIn edicola con Corriere della Sera e Gazzetta

Luciano Floridi: ripensare l’educazione digitale come linguaggio dell’informazione

La scuola tradizionale ha sempre oscillato tra due poli apparentemente inconciliabili: il sapere nozionistico e le abilità pratiche. Oggi, questa dicotomia appare antiquata, quasi ridicola, se consideriamo la velocità con cui le intelligenze artificiali trasformano l’accesso e l’interpretazione dei dati. L’educazione del futuro non può più limitarsi a trasmettere conoscenze preconfezionate o abilità meccaniche, ma deve formare competenze linguistiche capaci di attraversare i diversi “linguaggi dell’informazione”, notazionale, costitutiva e calcolativa. Linguaggio non significa soltanto parole: significa sistemi di simboli, regole, convenzioni, strumenti che permettono di leggere, scrivere e, soprattutto, dare senso al mondo digitale.

AMD accelera la supercomputazione americana con Lux e Discovery da 1 miliardo di dollari

Nel cuore del Tennessee, all’Oak Ridge National Laboratory (ORNL), si sta preparando una rivoluzione digitale che potrebbe ridefinire il futuro dell’intelligenza artificiale e della supercomputazione. AMD, in collaborazione con il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE), Hewlett Packard Enterprise (HPE) e Oracle, ha siglato un accordo da 1 miliardo di dollari per sviluppare due supercomputer all’avanguardia: Lux e Discovery. Questi sistemi non sono solo macchine potenti; sono la spina dorsale di un’infrastruttura AI sovrana progettata per accelerare la ricerca scientifica, l’innovazione energetica e la sicurezza nazionale.

Tesla e il rischio di perdere il suo motore umano

Robyn Denholm, presidente di Tesla, ha lanciato un appello quasi disperato agli azionisti: sostenere il pacchetto di compensi da un trilione di dollari per Elon Musk o rischiare di vederlo lasciare la guida dell’azienda. Nella sua lettera, Denholm ha scritto che “senza Elon, Tesla potrebbe perdere un valore significativo”, una frase che suona più come una minaccia che come un’analisi. Il voto si terrà il 6 novembre, ma il dibattito è già feroce.

La purga di Amazon

La scena si ripete come in un déjà vu aziendale. Ogni volta che l’economia tecnologica si contrae o un nuovo paradigma operativo si affaccia all’orizzonte, i giganti del settore rispolverano la stessa liturgia: efficienza, riallocazione, ristrutturazione. Questa volta la parola magica è intelligenza artificiale. E la purga comincia da Seattle. Lunedì Reuters ha rivelato che Amazon si prepara a licenziare circa 30.000 persone, pari a quasi il 10% della forza lavoro impiegatizia. Non è la prima volta. Tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, Andy Jassy aveva già tagliato 27.000 posti. Il messaggio oggi è solo più lucido: l’intelligenza artificiale è il nuovo capo del personale.

Il miracolo crio tomografico


Secondo la pubblicazione su Nature Communications, il team guidato da ricercatori della Peking University ha applicato una cryo-electron tomography (cryo-ET) per visualizzare, in condizioni prossime al liquido, la struttura tridimensionale, l’interfaccia e l’intreccio (entanglement) delle catene polimeriche del photoresist.

La tecnica sfrutta il congelamento rapido (plunge freezing) per immobilizzare le molecole in “stato nativo”, evitando l’artefatto da essiccamento o distorsione che affligge le tecniche convenzionali come SEM o AFM, le quali non sono in grado di osservare le molecole nel loro ambiente liquido originario.

Un caffè al Bar dei Daini: notizie della settimana

C’è un momento, la domenica sera, in cui persino i mercati tecnologici sembrano trattenere il fiato. È quel breve istante in cui le menti brillanti della Silicon Valley, dopo aver simulato il mondo intero su un cluster GPU, fingono di essere umane e guardano le partite di football o discutono del prossimo aggiornamento di iOS. Poi torna il lunedì, e il teatro dell’intelligenza artificiale riapre le tende.

Questa settimana promette di essere un atto principale di quelli che fanno saltare i server di Bloomberg. Nvidia si prepara al suo GTC a Washington, dove Jensen Huang salirà sul palco con la solita giacca di pelle e l’aria di chi ha appena riscritto le leggi della fisica, mentre Meta, Google, Microsoft, Apple, Amazon e Coinbase presenteranno i loro risultati trimestrali. A margine, Donald Trump incontrerà Xi Jinping, con TikTok come contorno geopolitico. E qualcuno ancora si chiede se viviamo davvero nel futuro.

Il ruolo della plasticità abitudinaria nella trasformazione morale nell’era dell’intelligenza artificiale

The Architecture of Moral Attention: LLMS, Habit Plasticity & Moral Transformations by S. Delacroix

La capacità di cambiare è l’ultima forma di libertà che ci resta. Non la libertà di parola, non quella di consumo, ma la libertà di modificare le nostre abitudini percettive, quelle che determinano ciò che vediamo e ciò che ignoriamo. Sylvie Delacroix, filosofa del diritto digitale al King’s College di Londra, afferma che la plasticità abitudinaria non è un semplice concetto psicologico, ma il vero fondamento della responsabilità morale e civica nell’epoca dell’intelligenza artificiale. È un’idea che suona quasi sovversiva: che la virtù non stia nel rigore, ma nella flessibilità.

Le macchine non pensano»: Ned Block dialoga con Mario De Caro sulla coscienza artificiale

C’è qualcosa di profondamente “interessante”nel vedere due filosofi della mente discutere di intelligenza artificiale mentre il mondo intero è già stato colonizzato da algoritmi che fingono di pensare. Mario De Caro e Ned Block, due tra le voci più lucide e taglienti del dibattito contemporaneo, si sono ritrovati a parlare di ciò che forse è la questione più elusiva del nostro tempo: la coscienza artificiale. Un dialogo che sembra venire da un seminario di filosofia del MIT ma che invece si colloca perfettamente dentro l’incubo lucido della modernità digitale.

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